In vigore dal 15 novembre la legge 180/2011 che definisce lo statuto delle imprese e dell’imprenditore al fine di riconoscerne il contributo fondamentale alla crescita dell’occupazione e della prosperità economica del Paese, di favorire l’avvio di nuove attività anche da parte dei giovani e delle donne e di valorizzare le micro, piccole e medie imprese mediante la promozione di politiche volte all’aggregazione tra di esse attraverso i distretti o le reti di imprese.

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Il regolamento definisce principi, requisiti e responsabilità che disciplinano le informazioni sugli alimenti e l’etichettatura degli stessi. Chiarisce, inoltre, gli strumenti volti a garantire il diritto dei consumatori all’informazione, nonché le procedure per la fornitura di informazioni sugli alimenti.

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In ambito penale (tale é la materia prevenzionistica volta alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro di cui al d.lgs. n. 81/2008 – modificato dal d.lgs. n. 106/2009 – anche se attivata in via contravvenzionale con la procedura di prescrizione obbligatoria) la responsabilità per le condotte illecite rilevate dal personale ispettivo è personale. E’, in altri termini, dei soggetti che (datori di lavoro) avrebbero dovuto agire doverosamente, non ponendo in essere il comportamento antidoveroso, per conto dell’azienda nella quale le violazioni vengono ad essere riscontrate e debitamente accertate.

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Il disposto di cui all’art. 2423 bis cod.civ. (nonché il rispetto dei principi contabili) impone che la bozza di bilancio presentata dal Consiglio d’Amministrazione sia redatta nel rispetto dei principi di verita’, correttezza, prudenza e chiarezza. E’ essenziale, inoltre, che sia adottata secondo il principio della prevalenza della sostanza sulla forma. E’ evidente, quindi, come la delibera di adozione in esecuzione di una bozza viziata sia invalida. Il Consiglio d’Amministrazione, evidentemente, sara’ tenuto a predisporre un nuovo progetto di bilancio che sia esente da vizi.
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“Ove un contratto preliminare abbia ad oggetto la compravendita di un bene appartenente a più proprietari, è possibile che il medesimo non costituisca un “unicum” inscindibile, perché ciascuno dei comproprietari può vendere la propria quota a prezzo diverso e stabilendo date diverse per la stipulazione del contratto definitivo; ne consegue, in tal caso, che, verificatosi l’inadempimento del promissario acquirente, ciascun promittente venditore può legittimamente chiedere la risoluzione della singola promessa di vendita contenuta in un documento più complesso, dovendosi ritenere ammissibile la risoluzione parziale.”

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Deve ritenersi ammissibile la fusione eterogenea per incorporazione di una società a responsabilità limitata in una fondazione.

La previsione, nel nostro ordinamento, dell’istituto della trasformazione eterogenea, di cui agli artt. 2500 septies e ss. c.c., implicitamente consente – pur in assenza di un dato normativo espresso – la fusione eterogeneaatteso che il risultato conseguito non sarebbe diverso da quello derivante da una sequenza procedimentale – certamente lecita –di trasformazione eterogenea e conseguente fusione omogenea, purché siano garantiti gli interessi dei soci e dei terzi.

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Dopo una lunga attesa, propagatasi per mesi, è finalmente arrivata la pronuncia (n. 15 del 28/07/2011) del Consiglio di Stato atta a sopire i numerosissimi dubbi interpretativi sorti in tema di D.I.A. (nel frattempo sostituita, quasi in toto dalla Sostituzione Certificata di Attività o S.C.I.A.).

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Con riguardo alla fattispecie del cd. handling aeroportuale la Cassazione (Cass. 9810/1997) ha avuto modo di chiarire che, nel rapporto di handling, avente ad oggetto, tra le varie attivita’ di assistenza a terra, la custodia ed il deposito delle merci sbarcate, e’ ravvisabile (per effetto della consegna delle cose trasportate dal vettore aereo all’impresa esercente, con l’obbligo di quest’ultima di conservarle e restituirle al destinatario) la fattispecie negoziale del deposito a favore del terzo destinatario, il quale, in caso di avaria della merce in fase di deposito, e’, per l’effetto, il principale legittimato a proporre azione risarcitoria nei confronti dell’handler.

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“Giurisprudenza costante di questa Corte afferma che lo scioglimento si perfeziona con il passaggio in giudicato della sentenza di separazione giudiziale (o l’omologa di quella consensuale) (per tutte, Cass. n. 8643 del 1992; n. 2944 del 2001). Nel passaggio in giudicato (o nell’omologa) si individua dunque il momento in cui sorge l’interesse ad agire, concreto ed attuale, volto scioglimento della comunione e alla divisione, ma esso può anche riguardarsi come il fatto costitutivo del diritto ad ottenere tale scioglimento e la conseguente divisione.”

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“L’art. 2495, secondo comma, c.c., come modificato dall’art. 4 del d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 6, è norma innovativa e ultrattiva, che, in attuazione della legge di delega, disciplina gli effetti delle cancellazioni delle iscrizioni di società di capitali e cooperative intervenute anche precedentemente alla sua entrata in vigore (1° gennaio 2004), prevedendo a tale data la loro estinzione in conseguenza dell’indicata pubblicità e quella contestuale alle iscrizioni delle stesse cancellazioni per l’avvenire e riconoscendo, come in passato, le azioni dei creditori sociali nei confronti dei soci dopo l’entrata in vigore della norma, con le novità previste agli effetti processuali per le notifiche intrannuali delle citazioni, in applicazione degli artt. 10 e 11 delle Preleggi e dell’art. 73, ult. comma, Cost.

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